“Stare nel cuore”
Nel periodo in cui mi allenavo per apprendere come “leggere” le informazioni contenute nei nostri registri akashici, ogni giorno formulavo una domanda, poi attendevo un movimento interiore e, sulla scia di quell’onda, scrivevo di getto.
Mentre ciò accadeva, sentivo una grande Unione con il Tutto, come avveniva durante le mie connessioni con la Terra o durante le meditazioni o semplicemente nei momenti di gioia pura, ma la mia energia non era ancora abbastanza libera per mantenere quello stato più a lungo, in ogni momento della vita quotidiana.
Quando rileggevo ciò che scrivevo, percepivo che quelle informazioni erano contenute in un altro piano, perché nella loro disarmante semplicità erano molto appaganti e in poche parole contenevano l’infinito.
Allora ero ancora nella credenza (molto mascherata) che la vita fosse un fardello “pesante” da trasportare.
Oggi ritrovo quel quaderno e rileggendo ciò che avevo scritto, mi rendo conto che, nonostante ne percepissi la meraviglia, solo una piccolissima frazione dell’informazione arrivava alla mia mente cosciente. Anche perché spesso le risposte sembravano non essere in connessione con la domanda.
Dopo un’opera di “pulizia” (che ancora continua) da antiche zavorre (costituite da credenze distorte, condizionamenti, percezioni falsate), riesco ad accogliere pienamente questi messaggi, che ora so provenire non dall’esterno, bensì dalla parte più profonda di ciò che siamo: dall’Unità, dalla Fonte, dalla Sorgente, dalla Divinità che compie questo viaggio di Conoscenza attraverso la fisicità, nelle infinite Terre che popolano gli Universi.
Questo era il primo messaggio:
20 ottobre 2013
Come fare per integrare le esperienze delle vite precedenti?
“La via è stare nel cuore, spolverare e acquisire la conoscenza antica e vivere nel mondo con compassione infinita per ogni forma vivente.
Ogni persona che incontri è una parte di te, del tuo Essere.
Abbandona il giudizio e quando questo sarà fatto, ti sarà svelato il viaggio della tua anima.
Trasforma la paura e vivrai pienamente l’Amore, la forza che unisce infiniti mondi e universi, come anche l’elettrone e il suo nucleo all’interno di un atomo.”
Mi ci son voluti circa due anni per comprendere totalmente e poi fare esperienza del contenuto di questo messaggio.
All’inizio non mi era chiaro neanche cosa volesse dire “stare nel cuore”. Lo avevo incatenato e chiuso a tal punto da non ricordare neanche la sua voce. Sollevando i pesi di vite e vite, finalmente ho iniziato a comprendere, accettare, perdonare e ad avere una visione più chiara: ora, l’Essere infinito che sono (che tutti SIAMO) sta riprendendo il comando, la vita sta cambiando e tutto si sta alleggerendo.
Ho compreso, mentre accadeva, che lo “svelamento” non è altro che l’apertura alla Coscienza Cosmica, la connessione alla nostra saggezza spirituale, via via che l’energia si libera. E così, la conoscenza antica può affiorare in superficie per portare alla mente razionale le informazioni che normalmente giacciono sotto strati e strati di distorsioni egoiche.
La compassione è la capacità di comprendere da dentro. In questo modo, non sentiamo più il senso di separazione dagli altri, che ci appaiono finalmente come parti di noi, parti di un’Unità; al di là della differenza di manifestazione di ognuno, comprendiamo che l’essenza profonda è la stessa.
L’amore incondizionato nasce dalla compassione. Con la compassione, possiamo amare incondizionatamente, accettare incondizionatamente e perdonare incondizionatamente. Grazie a questo Stato d’Essere possiamo sentire che non vi sono barriere fra il mondo materiale e il mondo spirituale, ma che vanno di pari passo in una lunga catena infinita.
Abbandonare il giudizio in questo processo è un passo fondamentale, perché è ciò che ci porta a superare la separazione, a vedere l’altro veramente come una parte di noi, a ricordare il gioco che siamo venuti a giocare. Liberando l’energia, che in genere viene trattenuta a causa del giudizio, il risultato è che si diviene sempre più responsabili e consapevoli del modo in cui creiamo la nostra realtà. L’attenzione ai pensieri diviene costante non appena ci si accorge del potere che vi è racchiuso, cioè il nostro essere Creatori attraverso essi.
La compassione ci apre ai nostri mondi superiori perché ci libera dal dramma del nostro sé fisico, dalla paura principale che è quella della morte.
Abbiamo attraversato vite alimentando la credenza che la sofferenza ci avvicinasse a Dio, ma possiamo riscrivere questa limitazione alla Verità e non dobbiamo più soffrire perché: SIAMO divini.
Liberi dalle catene della paura, la compassione ci ELEVA e possiamo spiccare il volo e ricordare improvvisamente che siamo liberi, liberi, liberi…Possiamo comprendere che siamo aspetti di Dio, aspetti del Creatore manifestati nella forma, divinità che abitano un corpo, spiriti che stanno vivendo un’esistenza materiale e quindi che siamo “NEL mondo, ma non solo di QUESTO mondo”.
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